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Politica

Naufragio di Cutro. Giorgia Meloni: "Coscienza a posto. L'opposizione calunnia servitori dello Stato e l'Italia intera"

Giorgia Meloni al question time rispondendo su Cutro e il naufragio in Libia di domenica scorsa è stata ferma a difesa dell'operato del governo. "Abbiamo la coscienza a posto, spero l'abbia anche chi non attacca la mafia degli scafisti". La presidente del Consiglio è stata chiamata a rispondere sulla strage di migranti (a Cutro sono stati ritrovati 82 cadaveri e ancora si sta cercando). Meloni ha attaccato le opposizioni sulla ricostruzione dei fatti in Libia: calunniate l'Italia intera. La premier ha citato le parole del capitano Gianluca D'Agostino della Guardia costiera. "Dobbiamo prevenire i trafficanti e investire sulle rotte legali, la nostra coscienza è a posto. Spero che chi attacca il governo e non dice nulla sugli scafisti possa dire lo stesso", ha detto la presidente del Consiglio. "Il tragico evento del naufragio di una barca affondata che ha portato alla morte di 30 dei 47 migranti a bordo, si è svolto in area Sar di responsabilità della Libia ed è stato inizialmente coordinato dalle autorità libiche. L'Italia ha poi assunto il coordinamento una volta ricevuta la comunicazione dell'impossibilità da parte delle autorità libiche di impiegare mezzi e su esplicita richiesta delle stesse", ha detto rispondendo ad una interrogazione di +Europa sulla tragedia dell'immigrazione in Libia. La premier ha rilanciato la ricostruzione dei vertici della Guardia costiera.

Mi stupisce che "per fini politici si finisca per mettere in discussione l'onore e l'operato di persone che rischiano la vita tutti i giorni", per salvare vite umane e l'onore dell'Italia "che da sola affronta questo dramma offrendo strumento a chi vuole continuare a scaricare tutto su di noi".

Il premier al question time ha parlato anche di altre tematiche, dal clima, alla direttiva Ue case green, al nucleare, al Mes. 

Meloni: "Non siamo pericolosi negazionisti climatici. Ma serve approccio pragmatico"

"Non siamo pericolosi negazionisti climatici. Riteniamo che nel rispetto degli impegni presi sul clima bisogna mantenere un approccio pragmatico e non ideologico". Così la premier Giorgia Meloni al question time alla Camera. "Stiamo attivando una cabina di regia", premette, "il governo considera il gas naturale come il vettore necessario a mantenere l'autonomia del nostro Paese e come perno del progetto strategico di diventare l'hub enertegico sul Mediterraneo" aggiunge. "Dobbiamo essere pionieri sulle tecnologie innovative", ha osservato Meloni.

Meloni: "Direttiva case green può danneggiare l'Italia. Lo stop al diesel e benzina devasta il sistema produttivo"

Il premier ha sottolineato di essere in disaccordo con due iniziative Ue in tema green. Meloni ha sottolineato che la direttiva case Green votata dal Parlamento europeo "rischia di danneggiare l'Italia". Mentre lo stop alle auto a benzina e diesel dal 2035 devasta il settore produttivo del Paese. "Con il voto di ieri il Parlamento europeo ha ritenuto di inasprire ulteriormente il testo iniziale e questa scelta, che noi consideriamo irragionevole, che consideriamo mossa da un approccio ideologico, impone al Governo di continuare a battersi per difendere gli interessi dei cittadini e della Nazione" ha detto il premier. Un approccio del governo improntato sulla sostenibilità ambientale "non ci impedisce fare di fare valutazioni critiche su iniziative legislative comunitarie che a nostro avviso, se non vengono opportunamente rimodulate, rischiano di danneggiare il nostro tessuto economico: è il caso ad esempio della proposta di direttiva sulle cosiddette case green".

Meloni ha così risposto all'interrogazione di Angelo Bonelli. Il deputato di Avs ha chiesto alla premier qual è "la strategia energetica del governo per raggiungere gli obiettivi climatici al 2030 fissati dall'unione europea e se nell'ambito di questa strategia è prevista l'autorizzazione a centrali nucleari da fissione". "Un testo che a nostro avviso prevede obiettivi temporali - ha proseguito Meloni - che non sono raggiungibili per l'Italia, il cui patrimonio immobiliare è inserito in un contesto diverso da altri stati membri per ragioni storiche, di conformazione geografica. L'azione negoziale italiana in sede di Consiglio Europeo aveva consentito di rivedere le tempistiche di adeguamento della prestazioni energetiche degli edifici per renderle più graduali e meno stringenti e in modo di garantire la possibilità di esenzione per alcune categorie. Con il voto di ieri il Pe ha ritenuto di inasprire ulteriormente il testo iniziale e questa scelta, che consideriamo irragionevole, mossa da un approccio ideologico, impone al governo di continuare a battersi per difendere gli interessi dei cittadini e della nazione".

Sul tema dello stop ai motori diesel e benzina dal 2035 Meloni ha detto: "L'Italia condivide gli obiettivi della transizione verde e quella digitale ma la stessa parola transizione presuppone un percorso graduale, non si può assecondare un processo che sull'altare della decarbonizzazione ci conduce dritti alla deindustrializzazione". "Noi abbiamo intrapreso il percorso della neutralità tecnologica" ha premesso il premier. E riguardo alla politica Ue sull'automotive osserva: "Si rischia di delocalizzare la produzione automobilistica in Paesi extra Ue. Ci sono alternative per coniugare sviluppo e sostenibilita'" ha detto il premier, "occorre l'uscita dai carburanti inquinanti senza punire gli interessi dell'Italia dei lavoratori". "Si è aperto in Europa un dibattito grazie all'Italia, la presidenza svedese ha rinviato il dibattito sull'automotive, noi siamo soddisfatti. Non si puo' devastare il nostro sistema produttivo e creare altri disoccupati" ha osservato Meloni. 

Meloni: "Sul nucleare non ci muoviamo senza passare dal Parlamento"

"In merito al tema dell'eventuale autorizzazione per centrali nucleari l'atteggiamento del governo rimane pragmatico, ispirato al principio di neutralità tecnologica, ma in ogni caso noi non intendiamo intraprendere su questo alcuna azione in assenza di un eventuale, chiaro atto di indirizzo del Parlamento, senza il coinvolgimento del quale non potremmo assumere alcun impegno a livello internazionale" ha detto il presidente del Consiglio.

In tema di energia Meloni ha sottolineato che il governo considera il gas naturale  come vettore energetico della transizione, cioè come vettore necessario per garantire all'Italia "una maggiore autonomia e contribuire alla realizzazione del nostro progetto strategico dell'Italia come hub europeo dell'energia". 

Meloni intransigente sul Mes: "Finché il governo sarà guidato da me non vi accederemo mai"

"Finché ci sarà un governo guidato da me l'Italia non potrà mai accedere al Mes. E temo che non potranno accedere neanche gli altri". Lo ha detto la premier Giorgia Meloni alla Camera rispondendo all'interrogazione del deputato del Terzo polo Luigi Marattin sulle intenzioni del governo sulla ratifica del Mes. "In riferimento alla ratifica del Mes vorrei ricordare che nonostante l'accordo risalga al gennaio 2021 la riforma del trattato non è stata portata a ratifica. E questo è un segnale di quanto questa materia richieda un approfondimento". "Nello scorso novembre il Parlamento ha dato un mandato a non ratificare la riforma e a non aprire il dibattito in assenza di un quadro chiaro in materia di governance, di patto stabilita' e in materia bancaria" ha osservato il presidente del Consiglio. "Si impone una riflessione: finché a guidare un governo ci sarà la sottoscritta l'Italia non potrà mai accedere al Mes e penso neanche gli altri governi, ha affermato la premier. "Ha senso continuare a ragionare di uno strumento che così configurato non verrà utilizzato benché ci siano diversi miliardi depositati? Non è sensato interrogarsi sull'efficacia su questo strumento?" ha detto il capo dell'esecutivo.
Meloni ha citato una espressione del presidente di Confindustria Bonomi. "La proposta di Confindustria viene presa da questo governo. Le risorse devono essere utili agli Stati" ha detto la premier sottoscrivendo l'idea di fondi per la politica industriale dei Paesi membri della Ue. 

Meloni: "Abbiamo dovuto correggere distorsioni al Superbonus"

"Ovviamente la complessità della situzione richiede degli approfondimenti ma credo sia necessario partire dalle emergenze come ad esempio alcuni casi nei quali norme discutibili potrebbero aver finito per favorire rendite di posizione" ha detto il premier sul superbonus  e replicando a una interrogazione di M5s su un contributo di solidarietà del settore bancario in relazione all'aumento dei tassi di interesse. "Siamo pronti - ha concluso - ad adottare ogni misura richiesta dalla necessità di correggere squilibri come quelli generati da norme che gratuitamente hanno consentito le distorsioni prodotte".

Meloni: "Sulle banche massima attenzione del governo"

"C'é la massima attenzione del governo su quanto sta accadendo sui mercati finanziari" ha detto il premier, che si è focalizzata sul rialzo dei tassi della Bce. "Il rialzo dei tassi della Bce produce un aumento degli utili da commissioni bancarie" ha osservato e "il costo medio degli interessi a famiglie e imprese è cresciuto".

A Meloni ha risposto Francesco Silvestri, capogruppo di M5s. "Lei non ha contezza cosa implica per una famiglia fuori dal Palazzo l'aumento del mutuo del 40%. In campagna elettorale avevate detto che eravate pronti a tutelare la casa, ma è andata diversamente. C'era un fondo di 400 milioni per le famiglie che non ce la facevano per l'affitto e voi l'avete vuotato. Se questo è il vostro modo di tutelare, allora no, anche no, fermatevi" ha detto Silvestri. "La soluzione noi ce l'abbiamo qui - ha aggiunto mostrando una proposta di legge di M5s -, non nel "globo terraqueo come fareste voi, ma qui: un Fondo per aiutare i cittadini in difficoltà sui mutui con i soldi presi dagli extra profitti delle banche. Le faccio anche un'altra domanda: Perché non ve la prendete con gli extra profitti?". Meloni allora ha risposto ricordando che c'è stato un "provvedimento di questo governo per consentire a tutti la possibilità di negoziare il mutuo da tasso variabile a fisso" ma "le recenti dinamiche dei mercati disegnano uno scenario che merita estrema attenzione da parte del governo". 

Meloni: "Serve tagliare tasse sul lavoro. Salario minimo non è la soluzione"

"Serve tagliare tasse sul lavoro. Questo modello più efficace rispetto a salario minimo" ha affermato il premier, rispondendo al segretario del Pd Elly Schlein. "Pur nelle risorse limitate a disposizione - ha aggiunto - abbiamo dato segnali come il rinnovo del taglio di due punti del cuneo fiscale e retributivo e l'aggiunta di un ulteriore punto per i redditi piu' bassi. Sono primi passi verso l'obiettivo di aumentare i salari dei lavoratori garantendo retribuzioni dignitose". "C'è un problema: chi ha governato fino ad ora ha reso più poveri i lavoratori italiani e ora questo governo deve fare quello che può per invertite la rotta" ha continuato Meloni rivolgendosi direttamente a Schelin, a cui invece ha aperto sui congedi parentali. 

Meloni: "Riforma fiscale fondamentale per crescita dell'economia"

"La riforma fiscale costituisce un fattore fondamentale per il rilancio dell'economia, per incoraggiare gli investimenti e l'impresa e per assicurare maggiore ricchezza e benessere ai lavoratori" ha detto al question time della Camera il presidente del Consiglio, annunciando che la legge delega verrà portata domani in Cdm. Tre, ha aggiunto, sono "i cardini della riforma: riduzione della pressione fiscale che grava sui cittadini e sulle imprese; un nuovo rapporto tra Stato e contribuente che non sia più vessatorio ma paritetico e collaborativo e una reale lotta all'evasione fiscale, posto che le misure attuate fino ad oggi, dati alla mano, non sembrano aver sortito grandi effetti".

Meloni ha confermato che "un tassello del disegno della riforma fiscale riguardera' la modifica complessiva dell'Ires". "Dal primo gennaio del 2024 entrerà in vigore la global minimum tax, che è l'imposta globale minima per le multinazionali con aliquota effettiva al 15%" ha detto Meloni. "È una novità che in Europa è stata approvata grazie all'importante ruolo di mediazione del governo italiano che ovviamente rende necessaria una revisione dell'Ires per non compromettere la competitività delle nostre imprese su scala globale", ha sottolineato. Il governo, ha concluso, "intende ridurre l'aliquota Ires e intende ridurla sugli utili non distribuiti che vengono impiegati in investimenti qualificati e in nuove assunzioni a tempo indeterminato. Più assumi, meno tasse paghi allo Stato".

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